LANA di PECORA
Il miglior materiale isolante in assoluto!
Scopriamo insieme perché 3 secoli di scienza avanzata non sono ancora riusciti ad eguagliare artificialmente una fibra naturale di origine animale!
Tutti sanno (o dovrebbero sapere) che le popolazioni tuareg del nord africa per proteggersi dall’intenso calore sahariano vestono delle spesse tuniche di lana di pecora o di cammello, che consentono di isolare la pelle da condizioni termiche altrimenti insopportabili, questo perchè le microfibre della lana consentono un passaggio di vapore evitando una sudorazione eccessiva ma nello stesso tempo permettano al corpo di regolare la temperatura evitando shock termici.
Naturalmente l’importanza della lana nei climi più freddi è risaputa, i tessuti, le coperte, il vestiario a base di lana di pecora hanno accompagnato l’umanità da sempre e solo negli ultimi anni è stata in parte soppiantata da fibre sintetiche.
In ogni caso:
“…ad oggi, non risulta fibra sintetica che abbia eguagliato le performances di questo fantastico materiale naturale”
Ma cominciamo dall’inizio! Che cos’è’ la lana?
E’ chiamato lana è il vello che ricopre la pelle di alcuni mammiferi riconducibili alle molte varietà di pecore, alcune varietà di capre, oppure cammelli, alpaca, lama, vigogna e pochi altri.
La caratteristica principale, come già accennato, è che la fibra della lana permette a tali specie animali di sopravvivere all’aperto in presenza di sbalzi termici e di umidità molto elevati, proviamo a pensare alle pecore della Scozia perennemente sotto la pioggia, o agli alpaca andini che vivono a 4000 m di altezza, oppure alle pecore che vivono in climi desertici, con sbalzi termici dal giorno alla notte anche di 40/50°.
Tutti queste specie animali, per la termoregolazione della loro pelle, utilizzano questa fibra miracolosa.
Un pò di chimica: il pelo di lana è composto in gran parte (97%) da proteine animali dette cheratine, ed è formato da una cuticola esterna che presenta al microscopio delle scagliette trasversali e delle fibrille longitudinali interne che formano il cosidetto cortex, la parte centrale. Al momento della tosatura la lana presenta sostanze grasse e cerose, la cosidetta cera di pecora, che verranno eliminate tramite il lavaggio per ottenere lana grezza secca.
Un pò di fisica: la lana è impermeabile, dotata di buone capacità ignifughe e di resilienza, ha un buon comportamento elastico, resistente all’usura ed agli attacchi parassitari.
Le fibre di lana inoltre hanno ottime caratteristiche di termocoibenza, di igroscopicità e di traspirazione.
Quest’ultime caratteristiche ne fanno un materiale eccellente sia per la produzione di indumenti, sia per la realizzazione di componenti di quella che noi BIOARCHITETTI chiamiano la nostra TERZA PELLE: la nostra ABITAZIONE.
In sostanza un materiale che unisce le capacità di:
1- regolare l’umidità dell’aria (IGROSCOPICITA’)
2- lasciar fluire il vapore evitando condense interstiziali (TRASPIRAZIONE)
3- conservare il calore / freschezza di un ambiente chiuso (TERMOCOIBENZA)
E’ LA MIGLIORE SINTESI PER POTER COSTRUIRE AMBIENTI SANI, RISPARMIOSI e ARMONICI.
Quindi le ragioni che hanno “scoperto” la lana come materiale per la bioedilizia, oltre alle caratteristiche descritte, sono costituite dal fatto che la lana è un materiale sano, naturale, disponibile all’infinito, a impatto zero sull’ambiente e sulla salute umana (che poi sono le due faccie della stessa medaglia).
Riattivare le filiere naturali e contadine!
Ma il motivo forse più significativo dal nostro punto di vista è un altro, è una motivazione che per il nostro approccio, direi quasi spirituale, è perfettamente in linea con i nostri principi di etica, di amore per il territorio, per la storia e la tradizione dei popoli, troppe volte spazzate via da logiche utilitaristiche e di mercato.
Non so infatti se sapete che la lana di pecora, che per millenni è stata un materiale fondamentale nell’economia quotidiana di quasi tutti i i popoli della terra, ha una storia molto simile a quella della canapa.
Infatti, ad un certo punto della storia umana recente, qualcuno ha deciso che la lana andava gradualmente sostituita da fibre sintetiche derivate dal petrolio (che novità!), in quanto la pastorizia e la filiera tradizionale e contadina di produzione a KM 0 come si dice adesso, non si accordava bene con logiche industriali e globalistiche.
Un rifiuto “molto” speciale!
Pensate che, alcuni dei pochi pastori rimasti, mi dicevano che la lana (soprattutto quella di qualità inferiore per il settore tessile) era diventata “rifiuto speciale”, e loro dovevano affrontare dei costi ingenti per smaltirla come rifiuto!!
Per fortuna alcuni imprenditori degni di questo nome, tra i quali la grandissima Daniela Ducato (www.edilana.com), accortisi di questa perversione commerciale e di questo spreco, hanno rivitallizzato la filiera della lana nel loro territorio attraverso la produzione i componenti per l’edilizia, per il giardinaggio, ed ultimamente hanno addirittura brevettato un sistema di depurazione marino dai residui di petrolio con la fibra di lana.
In questo modo, non solo abbiamo a disposizione un materiale BIOEDILE eccellente per le nostre abitazioni, ma è stata offerta una speranza di sopravvivenza a quei pastori e contadini che altrimenti erano costretti ad abbandonare all’incuria ed alla speculazione il loro territorio meraviglioso, nonchè potremmo ancora godere degli ottimi formaggi prodotti con il latte di quel dono di Dio sotto forma di animale che si chiama PECORA!
P.S.: per inciso, la pecora non offre solo latte e lana, è anche un ottimo diserbante e disinfestante naturale, nonchè contribuisce a concimare i terreni! (consultare per credere LINK sito PECORELLE)
Ah, dimenticavo, per gli animalisti, i nazivegani ed altre categorie strane (con simpatia naturalmente, anch’io aspiro alla quasi veganità) sappiate che la tosa tradizionale NON DEVE procurare ferite e/o dolore all’animale, pena la perdita ed il danneggiamento dell’animale stesso e del prodotto, e che la tosa annuale è comunque necessaria perchè le pecore da lana derivano da varietà appositamente selezionate che non fanno più la muta del vello, che dev’essere eseguita dall’uomo, pena la parassitosi o la morte per il caldo estivo. Con questo non nego che esistano pratiche “industriali” per la tosa che feriscono gli animali, ma quest’ultime vengono praticate in contesti lontani dalla nostra visione e delle aziende con cui collaboriamo.
In un prossimo post approfondiremo meglio gli utilizzi della lana di pecora in bioedilizia,focalizzando la nostra attenzione sugli aspetti più tecnici e sulle forme in cui viene utilizzata, quindi:
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