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Mar 23

Il Tadelakt: una tecnica antica per il tuo bagno in bioedilizia!

  • 23 Marzo 2017
  • Calce, Materiali naturali, Tadelakt

Il Tadelak è un’antichissima tecnica d’intonacatura a base di calce naturale.

Nativa del Marocco, era utilizzata in origine per impermeabilizzare le cisterne per la conservazione dell’acqua potabile ed in seguito fu impiegata per il rivestimento di ambienti umidi come gli hammam (bagni turchi) e le fontane.

Oggi, sfruttando la sua alta qualità d’impermeabilizzazione e le caratteristiche intrinseche della calce naturale, possiamo utilizzarla per le superfici dei locali da bagno, con tutte le infinite possibilità estetiche di questo tipo di finitura . E’ un’ ottima alternativa alle solite piastrelle, con tutto il loro corollario di colle cementizie, guaine sintetiche, giunti in silicone ecc.

Il vero tadelakt marocchino prevede l’utilizzo di una calce prodotta nelle vicinanze di Marrakech, leggermente idraulica, di sabbie fini, polvere di marmo e pigmenti naturali a seconda dell’effetto e della colorazione che si desidera ottenere. E’ inoltre un vicino parente dello stucco veneziano, nato proprio a Venezia e famosissimo nel mondo.

 

La differenza è che, al giorno d’oggi, tali tecniche vengono riprodotte utilizzando prodotti a base di cemento e resine epossidiche di origine chimica.

Il tadelakt e le sue infinite varianti ottenute modificando la composizione ed i dosaggi degli aggregati (argille, ossidi, sabbie, ecc.), mantiene invece, sia nella tecnica esecutiva che nei materiali utilizzati, le caratteristiche di salubrità e naturalità. Infatti la calce utilizzata, essendo molto alcalina (al contrario del cemento), crea una superficie antibatterica ed inattaccabile da funghi e muffe.

TECNICA di APPLICAZIONE

Una volta accuratamente mescolato il composto, si procede alla stesura dell’impasto sull’intonaco di fondo precedentemente applicato. Si umidifica per bene il supporto e con l’aiuto di una piccola cazzuola si applica l’impasto per uno spessore di 3-4 mm. Questa operazione viene fatta per successive riprese fino a quando la superficie apparirà completamente sigillata.

Ottenuto lo strato desiderato, si aspetta la sua completa asciugatura, per poi procedere con i metodi e i materiali che rendono il Tadelakt impermeabile e duraturo. Si applica il savon noir, un sapone a base di olio d’oliva disciolto in acqua. Per favorire la penetrazione del sapone si usa schiacciare la superficie con una pietra tonda di fiume, chiamata Galet, da cui il nome Tadelakt, che deriva dal verbo tellek – schiacciare.

La tecnica della schiacciatura con pietra dura per il tadelakt

La pietra va utilizzata attraverso modesti movimenti circolari cercando di procedere secondo uno stesso senso di rotazione, l’obiettivo è quello di saturare ogni piccolo foro per creare una superficie compatta e non porosa.

Questa fondamentale lavorazione di levigatura, oltre ai risultati appena descritti, determina la lisciatura finale, nonché la “ trama” della texture, l’aspetto brillante, morbido e ondulato della finitura.

In alternativa al sapone di olio d’oliva, si può usare olio di lino e, se si vuole un’ulteriore impermeabilizzazione delle parti più sensibili, come le docce, vasche e lavabi, si può applicare un ulteriore velo di cera d’api. Essa va stesa a strati molto sottili con l’aiuto di una spugna e, una volta asciugata si procede con la lucidatura con un panno di lana. Per quanto riguarda la pietra Galet, essendo tipica della regione marocchina, non sempre è disponibile in commercio, per ciò si consigliano le rocce dure e impermeabili come il basalto o l’agata.

 

Il tadelakt applicato alle pareti e al lavandino

Alcuni consigli che faranno durare il vostro Tadelakt all’infinito:

 

  • Per la pulizia delle superfici è bene rimuovere lo sporco con acqua a temperatura ambiente con sciolto del Sapone di Marsiglia (1-2 cucchiai in 8 litri di acqua) utilizzando un canovaccio morbido o una spugna.

 

  • Evitare di usare i tradizionali detergenti per la casa, come le spugne abrasive, detergenti con acido o simili. Fare attenzione a non versare succhi acidi come succo di limone, arancia, vino o aceto. Infatti tutte queste sostanze aggrediscono la pellicola protettiva, e potrebbero alla lunga danneggiare la brillantezza della superficie.

Come potete vedere dalle foto le potenzialità di questa tecnica sono moltissime e la resa estetica delle superfici è veramente delicata ed accogliente come ci si aspetta dai locali da bagno e relax.

 

 

Se sei affascinato dalle atmosfere calde e magiche del deserto e vorresti realizzarle per il tuo bagno in bioedilizia contattaci! Se ti piace questo post metti mi piace su Facebook!

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